Il fenomeno Chiara Luce
A Sassello, il 29 ottobre, giorno di festa per la giovane beata ligure. La sua figura, definita da Benedetto XVI, modello per i giovani spopola dal Nord al Sud del mondo
«Il fenomeno Chiara Luce Badano”, così ha definito quanto accaduto attorno alla giovane di Sassello, il giornalista Rosario Carello, conduttore del programma “A sua immagine” , nella trasmissione andata in onda il 10 ottobre scorso su Rai1.
Dichiarata beata il 25 settembre scorso, il Papa, già qualche settimana dopo, nel suo viaggio a Palermo, l’ha proposta come modello di santità per i giovani di tutto il mondo, invitando a conoscerla. «Una vita breve ma un messaggio stupendo- ha detto Benedetto XVI. Diciotto anni pieni di vita e di fede. Due, gli ultimi, anche di dolore, vissuti nella fede e nella gioia che nasceva dal suo cuore pieno di Dio. Una grazia di Dio aiutata dalla collaborazione umana».
«Il fenomeno, non è tanto lei, che certamente ha vissuto in modo straordinario – dirà Maria Voce, presidente dei Focolari – ma piuttosto il fenomeno mondiale che ha scatenato con la sua vita esemplare, pur nella normalità di una giovane di oggi».
Come si spiega il “fenomeno” di una ragazza nata in un piccolo paesino della Liguria, Sassello, morta di tumore appena maggiorenne e che dopo dieci anni dalla scomparsa diventa la “santa dei giovani”?
«Ciò che mi colpisce di lei – confida un ragazzo italiano – è che ha fatto dell’ordinario un’avventura straordinaria». Un gruppo di ragazzi latinoamericani, mescolati tra i 25 mila intervenuti alla cerimonia di beatificazione al santuario del Divino Amore di Roma ha commentato: «Chiara Luce è un modello per i giovani. Lei ha saputo superare molti ostacoli fino ad arrivare a diventare santa. E’ un grande esempio per tutti noi». E altri giovani sotto la bandiera del Libano hanno dichiarato: «Chiara Luce ci dice che possiamo seguire il suo esempio con la nostra vita. La santità non è lontana da noi giovani». E poi una ragazza africana: «Per me il momento più toccante della giornata è stata la beatificazione, era la prima volta che partecipavo ad una, molto commovente».«La sua biografia attesta una vita gioiosa, piena di interessi e di sane amicizie, – dirà il cardinale Tarcisio Bertone durante la messa di ringraziamento alla basilica di San Paolo fuori le mura –segno che le esigenze del vivere cristiano non si oppongono alla brama naturale di felicità. Al contrario, si tratta di una vita la cui componente essenziale è l’amore… e colui che si affida all’amore di Dio…sperimenta una pace profonda nell’affrontare anche le prove più ardue». Ed è questa scelta radicale di Dio, accompagnata dal sostegno della famiglia, della comunità parrocchiale e dall’esperienza vissuta con il movimento dei focolari che farà dire a Chiara Luce nel crudo della sua malattia: «Non potete immaginare qual è adesso il mio rapporto con Gesù… trascorro le mie giornate dove tutto è silenzio e contemplazione… Mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela». Non chiusa nei suoi dolori, come potrebbe accadere a chi come lei soffre di una malattia terminale, ha sempre un’attenzione per gli altri e soprattutto per i coetanei. « I giovani sono il futuro – dirà –… io non posso più correre, però vorrei passare la fiaccola come alle Olimpiadi. I giovani hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene». E saranno proprio i giovani di tutte le parti del mondo a prendere la fiaccola, come testimonia la loro numerosa presenza alla festa in aula Nervi e a san Pietro la sera della beatificazione.
Una giovane italiana, sintetizzando l’intensa giornata dichiara: «Ho capito che per diventare santi occorre amare sempre». «La santità per noi giovani – dice un ragazzo a nome di un gruppo di indiani – appare oggi molto difficile, ma se proviamo a seguire le sue orme sarà un’esperienza meravigliosa». E, infine, l’entusiasmo di un messicano: «E’ stato molto forte conoscere la vita di Chiara Luce e l’evento è stato bellissimo. Con il suo esempio, siamo sicuri che riusciremo ad andare avanti in un cammino di santità». Quando si parla di santità oggi, poche volte si usa la parola “fenomeno”, ma forse per questi giovani e per Chiara Luce non è un termine sprecato, anzi forse è proprio l’unico che lo può definire.